....suona! |
Sembrava la serata dei gessi: sarà stato il decimo a uscire
da là intonacato di bianco. Le scommesse in sala d’aspetto erano abbastanza
vivaci solo fino ai primi cinque; poi l’esito ci sembrava un po’scontato e lo
sguardo di tutti è tornato ad essere quello da triglia, data l’ora. L’unico
imprevisto della serata poteva essere che, ad un certo punto, avrebbero finito
il gesso (e sembrava un’eventualità da mettere in conto, perché a Chieti, dopo
aver dato forfait a tutte le sale operatorie, hanno anche esaurito il gesso
http://www.abruzzoweb.it/contenuti/sanita-ricci-pd-al-pronto-soccorso-di-chieti-manca-il-gesso/464658-4/).
Chissà se qualcuno di loro verrà piazzato in un letto, come le vignette, tutti
bendati e con una gamba appesa ad un trespolo? (chissà perché nelle vignette è
sempre una sola delle due gambe …? E chissà perché, a questi poveretti che
stanno nelle vignette, gli piazzano sempre un tot di penzolini a triangolo che
ballano davanti al naso, perfettamente inutili dato non sembrano avere nulla di
libero per muoversi e potersi attaccare…?)
Dopo il delirio di questa notte, siamo tutti a zig zag; non
solo le ossa di Paolo. Naturalmente, per tutta notte si sono alternati
ininterrottamente gli “Ahia” con gli “no…no… non è niente.. me la cavo da
solo!”. Credo che dopo qualche ora lui farfugliasse automaticamente nel sonno,
mentre io cercavo di intuire con quale pillola si potesse “spegnere” da qualche
parte…
E anche questa mattina somiglia molto ai pupazzetti dei
bambini: come lo tocchi, “suona” e dice “Ahia”.
Ora, magicamente, i ragazzi non producono rumori e Paolo non
chiama. Sto provando ad appoggiare le mie, di ossa, nella prima superficie
orizzontale libera che ho trovato in casa: un divano un po’bitorzoluto, sul
quale in genere tutti appoggiano di tutto, aumentando il su-giù che sento sotto
il mio fondoschiena.
Le costole rotte di Paolo complicano tutto: ad esempio non è
banale l'utilizzo delle stampelle; è bene che io gli gironzoli intorno perché
vederlo vagare malfermo e ondeggiante fa girare la testa, mentre ti chiedi da
quale parte avverrà il prossimo tonfo. Però anche così è complicato: se gli sto
davanti gli metto fretta; se gli sto di fianco gli metto i nervi perché non ho
l'intuito giusto sulla direzione; se gli sto dietro sono inutile. Se mi
allontano sono un'insensibile e lo abbandono.
....Sarà un mese lunghissimo!
4 commenti:
Coraggio! Questo è il nostro anno, a quanto pare: prima mi sono sorbita io un mese e mezzo di labirintite dell'ingegnere, ora tocca a te con i gessi e le costole incrinate... ma poverino però :-/
Povero Paolo e povera Pomella !
In bocca al lupo per questo mese a zig zag driblando le stampelle :-)
Eve
Vedo che la frequentazione del Pronto (?) soccorso ci accomuna. Sono la parte femminile di Stefano, quella che fisicamente ha un proprio corpo e cervello pur dormendo nello stesso letto.
Ebbene sì, in questo mese anche io mi sono recata presso il più vicino pronto soccorso, dopo aver chiesto parere alla guardia medica, per un problema al braccio.
Mi ritrovo in una sala d'attesa con tanto di codice verde assegnato, tv piatto perennemente acceso su canale 5 di una domenica poco dopo pranzo da una parte e monitor sui progressi degli accessi per le visite dall'altro.
Scopro che il prossimo codice verde ad essere chiamato, è lì dalle 8,30 del mattino, si tratta di un uomo sulla quarantina con la mano in pessime condizioni e che per un "pelo" alle 12 è stato superato da un codice giallo giunto lì mentre stavano chiamando il suo nome, se non è sfiga questa!!
Così si chiacchera, e mentre ci intratteniamo parlando delle esperienze più o meno recenti in materia di medicina, ecco che il numero dei codici gialli supera il livello 8 ed alcuni codici verdi incastrati tra il signore con il problema alla mano e il mio problema al braccio, improvvisamente risanati, solo per aver stazionato in sala d'attesa, si danno alla fuga.
Passano le ore.
Ed ecco che mi privano della compagnia del tipo con la mano massacrata e resto sola con una ventina di sconosciuti a leggere due manuali di scacchi, gli unici rimasti (con tanto di timbro ospedaliero)nella zona ricreazione-lettura.
Da lì a poco dopo entra un codice rosso e... si blocca tutto!
Nessuno viene dimesso e i poveretti in carico dentro al pronto soccorso restano fagocitati dal sistema.
Terminata l'emengenza riprendono a chiamare i codici gialli, mentre altri codici verdi davanti a me si dileguano tanto velocemente quanto iniziano a scendere le tenebre,
E NESSUNO CHE PORTA ACQUA E GENERI DI CONFORTO!!!
(come fanno durante gli esodi estivi!!)
a già ... ci sono i distributori automatici! Ed io che ci metto dentro? la tessera del bancomat!!!!
Siano tutti lì, malati presunti e parenti in attesa della CHIAMATA e se qualcuno si allontana perde il turno!!!
Per fortuna almeno io sono lì da sola che subisco la panicucci e i suoi ospiti.
Poi la svolta: sento il mio nome!!
e mi avvio, con il braccio appeso, dopo sette ore, taglio il traguardo.... vedo un medicoooooo.
Indi, salasso garantito e mi mettono qualcosa per endovena. Il tempo riprende a scorrere, si aspettano gli esiti degli esami, poi aspetto il foglio di dimissione. Ops ma per quello ci vuole il medico che mi ha preso in carico e che per la prossima ora non è disponibile.
Bene, finita la flebo e tornato il buonumore intrattengo conversazione con gli altri pazienti che aspettano la stessa cosa: il benedetto foglio per andare a casa!!!
Così dopo sette ore, eccolo, lo leggo e... non c'è una risposta, ma dice che devo rivolgermi al mio medico di famiglia.
Ok, ho capito ritorno a casa e mi faccio consolare dai miei figli.
Ops... ora che ci ri- e ri- penso forse nella sala d'attesa del pronto soccorso c'era PACE!!! :-)
Angela
..posso mettermi in coda ai tuoi figli per stamparti uno strepitoso bacio di conforto consolatorio???
Mi becco anche il codice, bianco... Basta il fatto di essere in coda!
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