giovedì 29 novembre 2012

Puzzle



buco
Il grande buco nel mio tetto
…Un po'stanchina? “Pezzettini di un puzzle da 1000”: dovendo descrivermi, è quello che mi verrebbe in mente in questo momento. E come tutti i puzzle, in genere verso la fine ci si accorge che manca qualche pezzo. Di me, probabilmente, qualche pezzo chissà dov’è.
Ho preso l'ardita decisione di spostare i miei due vecchietti, quasi arzilli 85enni, da “lontanissimo” (più di venti minuti di auto in assenza di traffico, per una che non ha tempo di soffiarsi il naso è come dire “su marte”; infatti li vado a trovare con la stessa frequenza con cui vado in vacanza su marte) a “vicino a casa mia” (anzi, praticamente "a" casa mia: è l'appartamento a fianco, al quale faremo un buchetto, tipo "passavivande", "passanonni", "passanipoti", “lanciamarito”, ecc ecc...).
Ciò implica impacchettamento e trasloco di masserizie, annessi e connessi. I miei vecchietti fanno parte dell'arredo, nel pacchetto "annessi e connessi", visto che non hanno più lo sprint che li rendeva artisti del bricolage e fai da te. Naturalmente, per quanto loro si diano un gran daffare per riempire scatoloni, consumando rotoli di cordino e fogli di giornale, l’efficienza sembra un po’gravata dall’artrosi; so già come andrà a finire: gli scatoloni fatti da me ammonteranno al 99.99%, in modo che quando si spacchetterà il tutto potrò godere del primato sulla responsabilità di tazzine rotte.
Il caos cosmico generato non sembrava sufficiente, così a settembre il mio “non-consanguineo-in-comunione-dei-beni” ha avuto l’ideona di aprire un buco (un grande buco!) nel tetto, nella nostra camera da letto. Conseguenze: inenarrabili.
Da giorni dormiamo sul divano perché per dormire a cielo aperto inizia a fare un po’freddino; in compenso, a lavori conclusi avremo un terrazzino in camera da letto, per giornale e caffè in pantofole con vista sul parco Borromeo e sul Casino di Caccia del XIIIsec; grande vetrata che si affaccia sui vecchi tetti di tegole, che in questo momento hanno tonalità di rossiccio che si intonano perfettamente con i colori autunnali. Le montagne sullo sfondo, nei giorni di sole hanno i colori pastello che spiccano sul blu del cielo. Un angolo di paradiso a portata di mano e in 3D.
Nel capitolo “conseguenze inenarrabili” è compreso il fatto che da due mesi convivo con il via vai continuo di muratori, polvere e calcinacci che si insinuano ovunque. Armadi, dispensa, frigorifero: sa tutto di polvere e calcinacci. Non esiste un pertugio, per quanto nascosto che possa essere, che non sia ricoperto da uno strato grigiastro di polvere e calcinacci con un sottofondo un po’untuoso e rossiccio di polvere di mattone. Probabilmente avremo messo in crisi le centraline dell’ARPA con un picco di particolato; se seguiranno giornate con targhe alterne obbligatorie, è colpa mia. Scusate.
Se state immaginando la nebbia della bassa, di colore rossiccio, racchiusa tra le mie pareti domestiche e pensate di esagerare… bè non state esagerando di molto.
In questo momento mi sento particolarmente vicina ai senza-tetto, visto che io un tetto ora non ce l’ho. O meglio, ce l’ho, ma è bucato come se fosse caduta una grossa meteorite centrando in pieno il mio comodino. E questo stato di cose alimenta, non poco, diverse riflessioni sul bel Paese, disastrato, alluvionato, terremotato e sempre in debito di risorse ma con la grande ricchezza della creatività e dello spirito di adattamento e di collaborazione dei suoi abitanti.
E a proposito di spirito di adattamento e collaborazione degli abitanti di casa mia (marito e tre figli adolescenti): anche qui si aprono profondissime riflessioni…. Voragini di riflessioni…! E tutte le riflessioni generalmente portano automaticamente ad una stessa conclusione finale, sulla quale convergono tutti: se io fossi più precisa, ordinata e organizzata non avremmo la costante sensazione di vivere tutti in un sotto-ponte. Il fatto che le camicie stirate siano ricoperte da una patina rossa untuosa un po’lucida non è connesso alla polvere di mattone che c’è in giro ovunque, ma è connessa –secondo loro- ad un qualche deficit con cui io appoggio il ferro da stiro.
Probabilmente non sono più neanche tanto capace di fare la spesa perché insisto a scegliere la frutta coltivata su terreni rossi e che, in tavola, appare ricoperta di polvere rossa; non riesco bene a capire come marito e figli siano in grado di provare con evidenza incontrastabile -sempre secondo loro- che  anche lo scatolame o i cibi confezionati siano stati scelti da me senza la dovuta cura e attenzione perchè, presentati nei piatti, appaiono immancabilmente vagamente rossicci in pochi minuti.
Poi c’è la faccenda della gestione del bagno alla mattina; già una normale gestione del bagno alla mattina non può rientrare nella categoria “serenità famigliare”; questo è ovvio e lo è per tutti. Il problema per noi comincia con il citofono alle 7 del mattino della prima squadra di muratori bergamaschi, il cui via vai si intreccia al normale via vai in mutande dal bagno o con pezzi di pigiama addosso mentre si intonano imprecazioni varie sul colpevole della sparizione degli ultimi pantaloni puliti.
Quindi nella routine si mescolano figli da portare qua e là, in attività varie pomeridiane e non, marito da sopportare più o meno pazientemente... nonnetti da traslocare e muratori ai quali offrire caffè con zucchero e polvere.
Questa è la situazione attuale.
…Domande? …Oppure è tutto abbastanza chiaro?