Parcheggi affollati |
Ed era ora, perché con mutande e calze eravamo arrivati al
punto del “speriamo-non-ti-succeda-adesso-di-andare-in-ospedale”….come diceva
mia nonna nelle stesse condizioni (per lei, il principale e prioritario
problema inerente all’ospedale, era la faccenda della biancheria pulita e
stirata).
Alle 5 di questa mattina l'elettronica darà l'avvio al
lavaggio di 11kg di luridume. Se conosco Paolo, i suoi neuroni addormentati
balzeranno sull'attenti al lieve 'tic' delle 5 per precipitarsi giù e osservare
la creaturina. Manco col rampollo primogenito è stato mai...vabbè...
Intanto, dopo aver passato una settimana a distruggere tutti
i mezzi di locomozione disponibili (il tamponamento della punto blu col
vecchietto sarebbe stata la “ciliegina finale”, se non fosse stata coperta
dalla “panna” della vespa che non parte, la cui “torta sotto” è la twingo da
buttare), ieri sono riuscita a mollare l’ammiraglia, cioè la punto, dal mio
meccanico (la cui continua frequentazione sta iniziando a diventare un
po’noiosa…). Ne sono uscita con un’auto nuova di pacca, dopo aver dato
l’estremo addio (…sigh!) alla super-twingo. L’auto “nuova” è un’altra punto, di
13 anni (fa più effetto pensare che è “del secolo scorso”). Modello “pensiunà”,
colore unico disponibile su quel modello: grigio metallizzato. Se fate caso,
tutti gli <<over-“tanti”-enni>> sono al volante di quel bolide
grigio, con la scritta “punto” nel mezzo delle due virgolone rosse dei fanali,
dal designer ancora un po’squadrato.
Nel secolo scorso non c’erano, ovviamente, i telecomandi di
serie; il telecomando di apertura è indispensabile alla mattina, quando non ti
ricordi dove diamine hai parcheggiato la sera prima; per non parlare di quanto
non sia assolutamente vitale in un parcheggio di un centro commerciale. Credo
che il fondamentale motivo per cui oggi continuino a vendere auto sempre più
grandi, è per poter essere facilmente avvistate nel parcheggio. Ecco perché è
stato indimenticabile il giro inaugurale di ieri della mia punto-del-pensiunà:
mi sono fiondata in un centro commerciale a recuperare un mini rifornimento di
calze e mutande per tutti senza fare troppo caso al “colore”, al “settore”, al
“piano” nonché al “numero” del parcheggio. Quando mi si è attivato il neurone
che ha fatto partire la domanda “dove ho messo l’auto?”, ero già immersa nei
calzini del cestone delle offerte. E da lì è successo tutto a catena: l’ansia
da ritardo con l’aldosterone impazzito ha fatto sì che lasciassi tutte le borse
ecologiche sul cestone dei calzini; vagando in cerca del banco informazioni per
un inutile tentativo di ritrovare le borse ecologiche mi è sfuggito di mano il
cellulare; ho speso tutta la mattina per effettuare una sistematica ricerca
della mia auto (la guardia che mi ha visto passare per la milionesima volta
nello stesso punto non capiva nemmeno quale modello fosse “punto-pensiunà” e ho
dovuto perdere altro tempo in noiose e inutili spiegazioni, con la spesa che
sbucava da tutti i sacchettini di mais che intanto andavano in frantumi…). Sono
arrivata in ritardo a prendere i figli a scuola e quando, lungo strada, ho
provato a chiamare qualcuno per avvisare del mio dramma personale, mi sono
accorta che il cellulare…l’ultima volta “ce lo avevo in mano”.
Ho acchiappato il primo figlio disponibile a sostenere una
madre in piena crisi di nervi e me lo sono portato al centro commerciale,
sperando che almeno lui, con i neuroni meno usurati dai miei, provasse a
ricordare il parcheggio, contribuendo a diminuire di almeno un punto la lista
dei possibili imprevisti della giornata. Non ho messo nella lista dei “contro”
il fatto che, quando sei in panico, trascinarsi un figlio adolescente in un
centro commerciale, con quell’aria da tira-sberle-scazzato può essere un
impegno pesante…!
Il lieto fine: ho ritrovato il cellulare. La guardia mi ha
chiesto il mio numero e il figlio ciondolante al mio fianco è riemerso da
sotto il suo ciuffo ed è stato in grado di trovare dalla sua rubrica il mio
numero.
Fiuuuuu….
Domani speriamo in una giornata migliore...! Vi saprò dire com'è andata il bucato delle 5!
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