lunedì 21 maggio 2012

Una sorella maggiore che si laurea è una fonte inesauribile di fogli di riciclo per aeroplanini di carta

aeroplanini di carta
tanta fatica si misura in numero di aeroplanini

Ilaria, figlia di un’amica, sta finendo la sua tesi di laurea. A parte il fatto che fa un po’specie vederla approdare a questo appuntamento, proprio lei che aveva il vestitino con i fiocchetti rosa nelle foto da piccola, mentre ora è una splendida ragazza con gli occhioni verdi contornati da lunga ciglia col rimmel e che macina la vita con l’aggressività dei suoi vent’anni.
La laurea è uno di quegli appuntamenti con la vita che segnano un confine profondo tra uno stato di beata giovinezza e un qualcosa che prevede responsabilità, bollette da pagare e contributi da versare.
Sono apparsa in camera sua per farle i complimenti e mi sono persa in un groviglio di foglietti, appunti, bozze, disegni, qualche calzino appallottolato in un disordine che somiglia quasi a quello di casa mia. Tutti carissimi ricordi nel quale ci siamo tuffate piacevolmente per il resto del pomeriggio, chiacchierando “dei vecchi tempi” (chiacchierare dei “vecchi tempi” con una ventenne è una delle cose più dolci che si possano provare!). Abbiamo provato a dare un senso logico a tutto quel disordine di oggetti accantonati nella fretta della consegna e lì ci siamo perse. Ne sono uscita naturalmente dopo aver ulteriormente contribuito al caos generale di quella stanza, ma è stato uno dei pomeriggi più piacevoli degli ultimi tempi.
I “cari ricordi” del tutto inutili a crudi fini pratici, ma impossibili da buttare per nostalgici come noi, sono stati attenta fonte di studio del nostro pomeriggio.
Ci conosciamo da anni e abbiamo passato insieme non poche estati: lei è la sorella maggiore di amici dei miei mostri, nonché sorella “adottiva” dei miei mostri. Ovviamente, l’estate e la vacanza sono il luogo ideale per tessere relazioni profonde e durature, sulle quali basare i ricordi delle avventure più buffe e strampalate, impossibili da dimenticare. Temporali dirompenti, cadute nei torrenti, scivoloni nei nevai, perdita dell’autobus di ritorno e sovraffollamento di una povera utilitaria passata di lì per caso, con figli, fratelli, zaini e panini inzuppati, non sono un bagaglio da poco nel cestone dei bei ricordi.
Il punto sul quale ci siamo soffermate più a lungo sono le foto. Ne aveva una gran quantità in una scatola, perché le persone con una storia che conti un numero di anni superiore alla decina, hanno ancora qualcosa a che fare con i negativi e le stampe su carta. Molte erano ingiallite dal tempo e si vedeva la sua mamma (una mia carissima amica) alle prese con fasciatoi e biberon. Altri tempi. Passando dal biberon alla laurea in un pomeriggio abbiamo scoperto che nel 1990 c’è stata la prima guerra del Golfo, viene assegnato il Nobel per la pace a Gorbachev, la SIP diventa il primo operatore cellulare europeo con le prime centrali GSM, dando la possibilità a Omnitel di nascere. E vi ricordate gli Swatch? Sono il simbolo degli anni ’90. Nel ’90 il Napoli vince lo scudetto grazie a Maradona e al cinema impazzivamo per kevin Costner in “Balla coi lupi”.
Veniamo svegliate dal bombardamento di un appuntito aeroplanino di carta fatto con uno dei fogli della bozza di tesi e questa è un’attività particolarmente intensa negli ultimi tempi in quella casa. La cosa strana è che nel XXI secolo i bit non abbiano ancora dato una sonora pedata alla vecchia cellulosa, che non è ancora completamente fuori moda, con buona soddisfazione dei lanciatori di aeroplanini e dei creatori artistici di origami.
LINK:Il regalo storico: vino d’annata (1990)




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