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Dati empirici confermano che per andare a sciare…siano
molto utili gli sci |
Non è uno scherzo idiota: sembra proprio tutto vero! L’ho
scoperto ieri sera.
Erano in due, qualche week fa e, in due, sono riusciti a
generare una tale sequenza di dimenticanze e disguidi che il calore generato da
tanta entropia scioglierà i poli nei prossimi mesi (se avete intenzione di
aprire una gelateria, è dunque il momento adatto).
In due, non arrivano a 30 anni compiuti. Uno dei due è uno
dei personaggi che vive a casa nostra; l’altro è l’amico di sempre, quindi
spesso si trasferisce a casa nostra.
Hanno deciso di prendere in prestito un adulto munito di
patente che li portasse in montagna a sciare, giusto per godere gli ultimi
punti in scadenza dell’esselunga beneficiando di numero 2 skipass. Hanno
sottolineato la loro abilità a “cavarsela da soli” praticamente in tutto, fatto
salvo la questione della patente.
L’adulto preso in prestito è una mia amica da sempre, molto
affidabile ed ha confermato tutto.
Non è leggenda.
È andata più o meno così:
Giorno 1:
Partono dallo chalet diretti ai campi da sci, grazie al
“taxi” dalla mia amica.
Arrivati in cima alle piste con la funivia, uno dei due ominidi
si accorge di essere…senza sci. Per fortuna il cellulare prende anche da là in
cima e la mia amica fa dietro front per andare con l’auto a recuperare gli sci
lasciati allo chalet.
Le racchette dell’altro ominide, invece pare che siano
rimaste proprio a casa-casa, cioè nel box dell’appartamento dove vivono: sono
state infilate nel portabagagli dell’auto sbagliata, già in prima fase di
partenza. Per fortuna con il noleggio sci proprio ai piedi delle piste, sono
state recuperate anche le racchette.
Dopo aver fatto un po’di slalom…tra le margherite (il tempo
folle ha dato soddisfazioni altalenanti con la neve quest’anno), la fame
rabbiosa ha il sopravvento e dopo la giornata un po’tormentata i nostri eroi
fanno rientro a casa.
Giorno 2:
La mattina per la mia amica è passata nella monotonia di
un’unica e costante attività: il raccatto di una lunga lista di oggetti
richiesti dagli ominidi; tutto sempre in punta di gentilezza: “per favore”,
“grazie”, “non c’è di che”, “prego”…; tanta gentilezza probabilmente deve aver
confuso un po’le idee perchè la mia amica, nel passaggio di tanti oggetti, non
si accorge di prendere una coppia di…due guanti destri. Uno rosso e l’altro
blu.
Arrivati alla partenza della funivia, si accorgono di aver
lasciato lì, dal giorno 1, i seguenti utensili: n.1 paio di sci, infilati nella
neve, davanti al baretto; n. 1 paio di scarponi, mimetizzati sotto due distinti
mucchi di neve.
Poi tutto rientra nella normalità, se consideriamo “normale”
la scomodità di sciare con due guanti destri.
La serata prevede un’estenuante contrattazione sull’ora
esatta su cui puntare la sveglia il giorno seguente, ultimo del lungo week end
di vacanza, da “godere pienamente”. L’esito del fragile equilibrio nella lunga
e difficile trattativa diplomatica porta a subire il drin della sveglia alle
8.43 esatte.
Giorno 3:
Spenta la sveglia in modo isitintivo e compulsivo alle 8.44,
il primo che si è accorto che era ora di abbandonare i morbidi piumini lo ha
fatto alle 12.52.
Virtuosamente, alle 13.34 i nostri eroi erano al solito
piazzale della funivia.
Salvo una caduta acrobatica di faccia, arando un lungo
tratto di pista col naso e lasciando una traccia rossa ceralacca sul bianco
della neve, tutto sembra poi filato liscio per il resto del pomeriggio sulle
piste.
Al rientro, l’idea era questa: la mia amica e uno degli
ominidi avrebbe sistemato tutta l’attrezzatura e qualche valigia già pronta nel
portabagagli dell’auto, in previsione del viaggio di ritorno. Nel frattempo
l’altro ominide sarebbe andato a prendere il pane e due torte, già ordinate in
precedenza; in prossimità del bancone, proprio quando finalmente la coda
davanti lasciava uno spiraglio di speranza per l’ordinazione, un neurone si
attiva per chiedersi come potesse essere finito in tasca un guanto dell’altro
ominide; questo intenso lavoro elettrico di contatto neuronale, fa sì che le
torte ordinate rimangano sul bancone. Dopo un breve tragitto verso casa, i due
ominidi si incontrano e decidono di tornare insieme dal panettiere per
recuperare le torte. In due, questa volta riescono a dimenticare sul bancone
del panettiere il pane e il guanto appena trovato misteriosamente in tasca; in
compenso sono riusciti a non dimenticare le torte.
Intanto il tempo scorre e le scarpe portate dal calzolaio a
riparare il giorno prima sono destinate a rimanere nel negozio del calzolaio,
in quanto ormai ha chiuso.
La mia amica, nel mese seguente è andata in giro portando
nel suo portabagagli una (una sola!) racchetta del mio ominide e un (uno solo!)
guanto da sci, in attesa di incontrarci, prima o poi e restituirmi i poveri
resti.
...Ed è tutto tragicamente vero!