mercoledì 6 giugno 2012

Alla fine delle feste di compleanno, il recupero dei figli è un’operazione complessa

compleanni
Uomo-fango = cucciolo di sapiens sapiens al parco 

A maggio ci sono le feste di compleanno al parco. Ci sono anche le feste di quelli che compiono gli anni in estate e concludono l’anno con gli amici. Quindi, facendo un rapido conto, solo in compleanni, tra maggio e i primi di giugno si consuma più del 30% delle torte di tutto l’anno.
Le feste di compleanno sono un sistema diverso per chiamare la solita cosa: “giocare a calcio in un prato”.
C’è anche il diversivo del diluvio che si scatena il secondo dopo aver acceso le candeline. Il compleanno di Teo l’anno scorso sarà ben difficile da dimenticare: si è portato avanti a piovere per il prossimo secolo, prima che qualcuno lo accusi di essere causa di siccità!
Poi c’è il solito pallone che finisce sulla cima del solito albero; c’è il solito nano-ragno che si arrampica per recuperare il freesby e attaccare qualche addobbo ai rami più alti per far colpo su qualche bambina “particolarmente bionda” (e far diventare un “particolarmente bianca” qualche madre sotto). Poi ci sono le mamme che corrono verso il banchetto di torta e candeline preoccupatissime di dover dare in mano a qualcuno di “affidabile” il cambio per il proprio bambino (perché lo sapete benissimo che c’è qualche mamma che non porta al parco a giocare il proprio figlio se non ha i cambi dietro). I cambi sono sempre bianchi. E il prato è sempre verde. …Bo?
Poi, dato che gli inviti sono obbligatoriamente distribuiti a tutta la classe, anche il gruppo “femmine”, che siano tutte rosa coi pizzi e trecce o che siano con scarponi da muratore, sono al parco all’ora scritta sul foglietto, più qualche minuto. Le bambine in genere formano un unico gruppetto schiamazzante sull’altalena, che trovi senza ombra di dubbio sul lato opposto del campetto da calcio. Per non confondere le idee… non si sa mai!
Poi c’è la ricerca spasmodica degli ingredienti di tutto….perché c’è sempre il bambino allergico a qualcosa. E in genere il “qualcosa” è l’ingrediente fondamentale in tutto quello che compare sulla tavola. Fortunatamente c’è sempre qualche super-mamma organizzata che tira fuori dalla sua borsetta modello Eta-beta una merendina dietetica, il cui aspetto è un po’triste, ma riesce a cacciar fuori ancora un sorriso sul musetto del bimbetto allergico, perché qualcuno ha pensato anche a lui.
In genere si capisce al volo che qualcuno è appena stato ad una festa di compleanno ben riuscita, dal colore marroncino uniforme del mucchietto di fango, terra, fogliame, rametti che ricopre il bambino che c’è sotto. E questo spesso strato ricopre anche il bambino che ha portato i cambi bianchi: anche là sotto quello spesso strato, c’è un bambino felice, i cui vestiti non torneranno mai più bianchi.

2 commenti:

Ica ha detto...

Mi è piaciuto moltissimo il tuo racconto. Mia figlia ha 3 anni, quindi la festa di sabato scorso è stata meno fangosa e faticosa, ma ricordo quando andavo io a queste feste e tornavo a casa carica di terra e mia madre mi affondava in una montagna di bagnoschiuma..

Chiara ha detto...

L'anno scorso Luca ha voluto fare una festa di fine anno scolastico, verso metà giugno. Ha invitato i suoi 4 migliori amici e il piano era giocare allo sfinimento nel prato e sugli alberi dietro casa e passare la notte nella tenda montata in giardino. Naturalmente ha piovuto forte e a intermittenza per tutto il pomeriggio, ma i piani non sono minimamente cambiati. Quindi all'ora di andare a letto i 5 impavidi si sono infilati nella tenda tutti un po' umidicci, ma molto, molto felici.
(Dopodiché nel giro di un paio d'ore sono rientrati tutti alla spicciolata e hanno deciso di dormire in casa, per forza di cose comunque "accampati"!)