Ieri, se eravate in giro in auto per la Lombardia, è
matematicamente certo che ci siamo incontrati, perché ho girato tutti gli
angoli possibili nel tentativo di accompagnare un figlio ad una delle sue
attività sportive a Villanova.
Contavo sul satellitare ma ieri, probabilmente a causa
dell’alto tasso di umidità, preferiva insistere a
puntare dritto verso sud, direzione Sahara.
puntare dritto verso sud, direzione Sahara.
Abbandonata da un satellitare in sciopero, mi rimanevano due
alternative: chiedere ai vecchietti o chiedere ai ciclisti.
I vecchietti alla domenica mattina abbondano: hanno i fiori
in mano e sono diretti al cimitero, dopo l’uscita da messa. Generalmente
viaggiano in coppia e quando gli chiedi un’indicazione discutono tra loro per
dieci minuti se è più comodo farti fare il giro che passa davanti a casa della
Gina o del Pinuccio. Prima di arrivare ad un accordo, però, ti chiedono se sei
sicuro che il “Sciur Villanova” che stai cercando abiti proprio dalle loro
parti.
Quindi, dopo qualche mezz’ora passata così, mi sono arresa e
ho puntato ai ciclisti.
I ciclisti sono il flagello delle strade perché se provi a
superare i dieci che invadono l’intera corsia mentre si godono le chiacchiere e
il paesaggio, quello che succede dopo non è niente di piacevole.
I ciclisti però hanno un vantaggio: generalmente hanno in
testa tutta la cartina del circondario. Il problema è solo intercettarne uno e
provare a fare il download del suo sapere geografico, nonostante lui mostri
chiaramente di non avere voglia di staccarsi dal gruppo e dalle chiacchiere con
gli altri ciclisti.
L’operazione, che non è affatto banale, richiede pazienza e
dedizione, ma alla fine, se ti accontenti di un ciclista solitario (elemento
raro, ma qualcuno lo trovi) l’intercettazione va a buon fine. Il ciclista
solitario è in giro a zonzo e spera solo di perdersi nella campagna lombarda e
questo non fa di lui un buon satellitare. Ieri c’è stata anche una piacevole
discussione sull’origine medioevale del nome Villanova e Villafranca, a
dimostrazione del fatto che cercare un paese dal nome Villanova è una pretesa
inaccessibile, dal momento che il solo Stivale ne conta ben 51, nonostante la
crisi agraria nel XIV secolo ne abbia fatte sparire moltissime. Io invece
propendevo per la tesi che dovendo accompagnare il pargolo ad una semplice
manifestazione sportiva promossa dall’oratorio, avrei messo in dubbio tutte le
Villanove a partire dall’Italia centrale, nonché avrei categoricamente escluso
quelle nella parte meridionale del Paese, senza per questo voler passare per
leghista accanita, naturalmente!
Il modo con cui siamo giunti a Villanova, e nel Villanova
giusto, si è basato su un percorso “logico”, con il quale non si può sbagliare:
ad ogni bivio, basta prendere, in sequenza, tutte le direzioni possibili. Prima
o poi si arriva.
Purtroppo abbiamo iniziato a sperimentare questo sistema
infallibile appena dopo il bivio giusto, ovvero il bivio che si trova dietro
casa nostra, il quale è stato testato come ultima chance. Verso mezzogiorno,
abbiamo dunque scoperto che noi abitiamo nel paese praticamente a fianco ad un
altro paese che si chiama “Villanova”. Mai saputo prima. Ora lo so.
Il motivo per cui ho accompagnato fuori tempo massimo uno
dei pargoli a Villanova, era per lasciare il macinino elettrico all’altro
figlio, il quale doveva andare ad un’altra manifestazione sportiva. Il macinino
che può guidare un 14-enne è un oggetto che conta 4 ruote (quella di scorta non
c’è perché non ci sarebbe il posto dove metterla), somiglia vagamente ad
un’automobile, ma non può essere guidata in autostrada o in tangenziale. Il
satellitare “che funziona” è stato dato a lui, ma l’opzione che esclude
autostrade e tangenziali, chissà perché, ieri proprio non andava.
Il risultato netto è stato che, dopo aver percorso gli 80 km
di autonomia della batteria nel tentativo di bypassare strade a lui non
concesse, si è trovato in mezzo al nulla, con la sua bici legata sul tetto, ad
aspettare un carroattrezzi.
Se penso alla nostra collettiva manifestazione di disappunto
nei confronti del terzo figlio, di fronte alla sua chiara ostinazione a voler
passare tutta la domenica mattina inchiodato davanti alla play station, qualche
domanda me la faccio.
PS Cristina G:
Leggi http://cepocodaridere.blogspot.it/2013/11/messaggio-per-cristina-g.html
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