Sebbene la tiritera della giacca a
vento, con la stessa annuale pantomima, sia in vigore ormai da diverso tempo,
ancora ci casco perchè mi dimentico sempre come funziona.
La “giornata annuale della giacca a
vento” cade il primo giorno di freddo, in cui porto i miei vecchietti da qualche
parte in macchina. Oggi, per l’appunto, dovendo andare a Lecco per dei guai con
la motorizzazione, mi sono portata dietro i miei, ben contenti di vedere lago e
montagne intorno, con un punto di vista diverso dalla solita finestra di
casa loro.
Il teatrino inizia a partire dal blocco
del traffico, mentre aspetto in auto che loro scendano e finalmente siano
entrati; appena finisco di scusarmi con tutti gli automobilisti, quando ormai
sono quasi in tangenziale, mi volto e vedo quei due lí senza giacca a
vento. E a quel punto ricomincia la discussione annuale con mia mamma sul fatto
che un maglione, per quanto “pesante”, sia un oggetto diverso da una giacca a
vento.
Inizio sempre io, facendo osservare la
temperatura sul cruscotto e avviando un dibattito sulla data e sulla posizione
del nostro emisfero.
Mia mamma risponde dicendo che loro, la
giacca, la tengono nell'armadio della casa in campagna.
In genere quando mia mamma esaurisce
l'argomento dell’armadio della casa di campagna, io ho già fatto dietro front,
trovato parcheggio esattamente al punto di partenza e sto spegnendo il motore. Il parcheggio nelle vicinanze di casa loro, in genere sgancia velocemente mia mamma dalla descrizione della vecchia casa in campagna e, dopo una buona mezz'oretta di ricerca delle chiavi, riusciamo a entrare per cercare qualcosa di invernale. Dopo aver constatato che in
ingresso, di giacche, effettivamente non c'é manco l'ombra, mi precipito
nell'armadio del cambio stagione, gli infilo la giacca e si incomincia con
un’approfondita analisi sulle responsabilità del ritardo accumulato. Mio papà
ha sempre un orologio in controfase col resto del mondo, fatto che arricchisce
moltissimo la discussione.
Quando arriviamo nuovamente all'auto, in
genere siamo già passati alle considerazioni sul meteo e sull'opportunità di
mettere una giacca a vento anche in assenza di vento.
Di nuovo in tangenziale, è il momento in
cui ricordo di non avergli ancora prenotato il vaccino antinfluenzale e partono
i tentativi per chiamare il medico. Mentre smanetto con la segreteria
telefonica del medico, sperando intanto di non sbagliare strada, intavolo l'annuale
discussione sull'opportunità di fare il vaccino anche a mio papà, visto che è
infartuato. L'argomentazione che, proprio dal momento che é infartuato, mio
papà è bene che faccia il vaccino, non so perché ma lascia sempre perplessa mia
mamma, che passa a sostenere che però è allergico.
In genere il dibattito si esaurisce quando
riesco a prendere un appuntamento col medico.
A quel punto, dato che sono certa di non
riuscire a parcheggiare "dentro" il luogo di destinazione, l’idea è
di paracadutarli in qualche posto relativamente comodo mentre io mi occupo del
parcheggio; quindi propongo di ripassare le basi più elementari sull'utilizzo
del telefono. Qui si aprono diverse variabili: il telefono in genere è a casa,
oppure scarico, oppure, nel migliore dei casi, imprigionato in qualche tasca
del maglione, sotto la giacca a vento che "io ho costretto loro a indossare".
Se si riesce a superare il punto per cui
il telefono non è utilizzabile per cause misteriose e ineluttabili e
chiaramente indipendenti dalla loro volontà, si passa all'organizzazione dei
soccorsi e del loro recupero in virtù di un parcheggio distante chilometri
dalla destinazione e di un ritardo siderale.
Quello che succede tra l’abbandono di
Cip e Ciop in un posto “furbo” e il nostro ricongiungimento si riassume sempre
in un certo numero di volte in cui mio papà perde e ritrova il cappellino. In
genere conviene iniziare a cercare partendo dai posti più improbabili del
pianeta.
Non ho ancora deciso cosa sia più grave:
le loro annuali assurdità o il fatto che io ogni anno, ci caschi sempre.
Comunque, la novità rispetto alle altre
volte, in questo mese in cui ho fatto avanti e indietro da Lecco ,é che la
motorizzazione, oggi, ha partorito la mia patente! Urrà!
Nessun commento:
Posta un commento