Occhio alle rampe! |
E’ scivolato con la vespa.
Nel box.
La lunga lista
di osservazioni sulla pericolosità delle due ruote congiunte al fatto di farsi
male in un box è talmente scontata da non insistere su questo punto.
Dato che
si è fatto male da solo, tenuto conto che nel box il cellulare non prende,
abbiamo dovuto tutti convenire su quanto sia stato eroico, da parte sua,
affrontare due piani a piedi in pesante solitudine, lui e il suo dramma da
uomo-ammaccato. Da quando è apparso, il pomeriggio ha preso una piega un
po’diversa dal solito. E non è il dovergli spalmare un po’ovunque il gel per le
botte; non è neanche il sentirlo brontolare che non hai ancora capito dove vada
messo il gel per le botte; o sentirlo lagnare di continuo che lo molliamo in un
angolo remoto della casa dimenticandoci di lui; non è l'incessante via vai per
portargli oggetti e per ritirare oggetti da rimettere a posto; la cosa davvero
più faticosa è stata averlo avuto ospite in auto nel sedile del passeggero
mentre ci siamo decisi, ora di sera, a portarlo al pronto soccorso. Lì,
davvero, tutto è stato severamente messo a dura prova. Non va bene niente. Se
provi a fare la ceck list delle parti meccaniche ed elettriche, minuterie
incluse, lui ha pronta la dimostrazione evidente ed oggettiva del fatto che,
con me alla guida, l'usura è verso lo stato finale della curva affidabilistica
a vasca da bagno. Non parliamo poi del codice della strada: secondo lui, io
sono in costante ed ostinata contravvenzione con tutti gli articoli e
codicilli, nessuno escluso. E meno male non è un avvocato; forse questo mi
salva su qualche punto del codice che mi auguro che lui non ricordi. Comunque
quelli sui quali intende mostrarsi ferrato non sono pochi...
E pensare che ha passato mesi a decantare la sua vespa nuova,
dotata persino di abs. Peccato che se spegne il motore '…perché tanto c'è la
discesa', l'abs non può, poveretto, sognarsi di entrare in azione (questa
sembra sia stata la causa della caduta con relative ossa sparse e in
poltiglia). E questo però mi pone qualche domanda sul suo sentirsi in dovere di
darmi lezioni di guida... Hanno chiamato il numero prima di lui. Finalmente,
perché avevo anche finito il mio libro da leggere! siamo qui dalle 22 ed è già
la 1. La noia ci assale, il sonno ci ubriaca e la luce al neon ci stordisce.
Inoltre, la goccia ghiacciata che, poco fa, dalla grondaia ha centrato in pieno
il mio collo, si sta cristallizzando grazie allo spiffero gelido che punta dritto
verso di me. La distanza tra le file di sedili non consentono alla circolazione
di capire dove deve dirigersi e l’intimità con lo sconosciuto vicino a me che,
poveretto, deve condividere gli stessi miei centimetri quadri, inizia ad essere
un po’fastidiosa.
Speriamo passi in fretta... E speriamo che non esca dalla
sala gessi bendato come TutanKamon.
Intanto, per ingannare l’attesa, la gente di qui sembra
abbia l’abitudine di sfoderare tutte le storie truci di malasanità: tutti
sembrano avere qualche aneddoto su amici o parenti ai quali è stata operata la
gamba sbagliata, oppure qualche radiografia scambiata tra le corsie. Quella che
mi ha colpito per originalità, più o meno è così: cambiano il letti in corsia e
le infermiere continuano invariata la cura, sebbene sia cambiato il paziente.
Risultato netto: ‘sta povera crista, giunta in ospedale per un’operazione, deve
rimandare tutto perché ha iniziato a stare malissimo per una dose –per lei da
cavallo- di psicofarmaci. Eh? Cheddite?
Finalmente hanno chiamato lui. Domani vi saprò dire se me lo
riconsegnano imprigionato in una gabbia di gesso.
Ciao. Notte.
2 commenti:
Cadere da fermi e sfracellarsi è abbastanza tipico in realtà *sob sob*
Ma alla fine dei conti, quante ossa si sono salvate???
Le ciglia sembra che ci siano ancora tutte!
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