"Su e giù"... per il pianoro |
Davanti a me ce n’era uno solo: un “pensiunà”. Solo loro
sono capaci di occupare, da soli, 10 corsie di un vicolo a senso unico.
Quello di questa mattina era in bicicletta. Assolutamente
IN-sorpassabile. Le ginocchiette a punta sporgevano perfino dall’asse del
campanello del manubrio. Il cappellino a tesa larga toglieva qualsiasi visuale,
per non parlare della Gazzetta sotto il braccio. Il nasino un po’all’insù era
in pieno centro di una faccia beata.
A guardare la mia, di faccia, con il solito aldosterone
impazzito che attivava la solita ansia-da-ritardo producendo una smorfia
contratta quasi di dolore fisico, sorge spontanea la domanda: chi dei due è il
più “figo”?
Sabato scorso, mentre bighellonavo con un figlio perdendomi
in bicicletta nei boschi brianzoli, ne ho incontrati diversi. Il più buffo
viaggiava con la moglie: pantaloni alla zuava di velluto a coste e bretelle,
bastoncini da passeggio, calzini bianchi e scarponcini allacciati col fiocco.
La moglie aveva la borsetta. Entrambi avevano lo stesso cappellino da giovane
alpino. Li ho incontrati a 300 metri di quota, naturalmente: l’altitudine
eccessiva può essere dannosa per le coronarie. Meglio essere prudenti…!
Poi li incontri al parco, alla mattina: sono generalmente
tutti uomini, stanno attorno all’unica panchina che ospita i più malfermi,
gesticolano sventolando la Gazzetta e parlottano di politica e dei vecchi tempi
del Duce.
Oppure li incontri in fila ai prelievi di sangue: ricordo
che quando avevo i figli piccoli, eroicamente, sopravvivendo ad imprese
inenarrabili e intoppi di ogni genere, riuscivo ad uscire di casa giusto un
nanosecondo prima di trovare chiuso lo sportello e davanti a me c’era,
ovviamente, la sala d’attesa piena zeppa. Il mio numero di attesa era sempre a
tre cifre. I primi della coda sono sempre loro: età anagrafica superiore ai
“tanti-anta”, parlottano tra loro con accento dialettale e confessano di essere
un po’in ansia perché non sono sicuri se, alle nove del mattino, troveranno
ancora il loro pezzo di pollo preferito alla bancarella del mercato.
Gli ultimi a popolare la sala d’attesa sono invece le mamme,
che non sanno più cosa inventarsi per tirar giù il pargolo dai posti più
improbabili o per tirar fuori dalla bocca degli junior le schifezze più atroci
apparse magicamente da chissà dove.
E questi ottuagenari sono tremendamente simpatici e sono
perfino capaci di farti sorridere di fronte al fatto che Andrea, questa
mattina, sia arrivato in ritardo a scuola: che saranno mai cinque minuti di ritardo?
Quando avremo novant’anni come loro, chi se ne ricorderà più?
Altri invece sono decisamente più scorbutici e ieri non ho
resistito: gli ho fatto una linguaccia (era il modo più “carino” per esprimere
il mio disappunto);. secondo loro i ragazzi sono sempre molto maleducati, ai loro tempi era
diverso, oggi non c’è più rispetto e tutta la loro contrarietà scaturisce dal
fatto che ne vedono un paio giocare a pallone rovinando le aiuole del parco.
Tutto sommato, se oggi viviamo in un mondo impietosamente
inquinato e popolato da una società che è…”questa” società, cioè un masigotto
indistricabile di tutti i problemi possibili, probabilmente qualche
responsabilità l’avranno pure loro.
...O no?
1 commento:
... ecco. telepatia 100%.
baci, scappo.
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